Lo spazio architettonico non dovrebbe essere pensato come un mero contenitore, bensì diventare un ambiente vivo e stimolante, che rimanga sempre in continuo e reciproco contatto con l’ambiente esterno. Questo è uno dei principi chiave che ritroviamo in molte delle realizzazioni del famoso architetto statunitense, nonché padre dell’architettura organica, Frank Lloyd Wright, che interpretò l’abitare come un’attività organica che risponde alle leggi della Natura.
Esempi di questa tendenza sono sicuramente il progetto della Casa sulla Cascata (conosciuta anche con i nomi ‘Fallingwater’ o ‘Casa Kaufmann’) realizzata nello stato americano della Pennsylvania, oppure le numerose Prairie House in cui l’architetto cercò di armonizzare gli edifici con gli ambienti esterni in cui sorgono.
La progettazione biofila inizialmente si ispirò e riprese diversi spunti da alcune idee di Wright. Si tratta di una scienza applicata che si spinge oltre i concetti sviluppati dall’architetto organico, avendo come obiettivo la traduzione e integrazione delle strutture e delle leggi del mondo naturale negli spazi interni del vivere quotidiano, per assecondare l’innata biofilia di ogni individuo.
Anche Stephen Kellert, un ecologo di Yale nonché uno dei precursori del Biophilic Design, scrisse del rapporto inscindibile tra gli spazi indoor e outdoor: “Gli spazi interni attraenti negli ambienti costruiti sono spesso collegati con gli ambienti esterni. Queste aree segnano anche la transizione tra natura e cultura. Importanti forme di progettazione negli ambienti costruiti che evocano questa qualità, includono colonnati, portici, foyer, atri e giardini interni.” Il testo si riferisce a uno dei 72 elementi del suo modello di progettazione biofila dal nome SPAZI INDOOR E OUTDOOR, che Kellert pubblicò nel 2008 all’interno del libro ‘Biophilic Design’.
L’ecologo menzionò anche i cosiddetti SPAZI DI TRANSIZIONE: “[…] all'interno e tra gli ambienti costruiti e quelli naturali spesso favoriscono il comfort fornendo l'accesso da un'area all'altra. I passaggi importanti nell'ambiente costruito includono soglie, portali, porte, […] finestrature.”
Gli appassionati di storia dell’architettura come noi forse si ricordano il concetto “INSIDE-OUT” (ita. rovesciato), conosciuto anche con il termine “bowellism” (= posizionamento dei servizi per l'edificio, come condutture, tubi fognari e ascensori, all'esterno per massimizzare lo spazio all'interno), legato all’architetto inglese Richard Rogers e applicato in maniera “viscerale” nel progetto del Centre Pompidou a Parigi o nel caso dell’edificio Lloyd’s a Londra (conosciuto anche come ‘Inside-Out Building’).
Nel nostro contesto l’espressione “INSIDE OUT” è intesa come l’apertura degli involucri degli edifici per permettere agli spazi interni di aprirsi verso le aree esterne.
Il concetto “OUTSIDE IN”, invece, è l’altra faccia della stessa medaglia e riguarda l’importante integrazione del mondo esterno negli spazi interni degli ambienti costruiti per la creazione di fluide connessioni tra il mondo artificiale e quello naturale.
Il progettista ha a disposizione diverse possibilità di integrare vicendevolmente i due concetti nelle architetture, anche in risposta alla sempre crescente esigenza da parte delle persone di creare un'esperienza di vita più aperta con una maggiore integrazione di spazi indoor e outdoor.
Grandi vetrate e porte scorrevoli sono sicuramente tra le soluzioni più immediate. Esse possono comprendere ampie finestre panoramiche o porte scorrevoli che consentono una vista senza impedimenti e un facile accesso al giardino o all'area esterna, dove idealmente è presente una ricca vegetazione. Permettono inoltre di fare entrare l’aria esterna.
Anche l’impiego di materiali naturali, come per esempio i legni, le pietre naturali, sia negli spazi interni che in quelli esterni, aiuta a creare una continuità visiva e tattile tra gli ambienti.
Una transizione fluida tra i vari spazi può essere ottenuta con la scelta della posa dello stesso tipo di pavimento o materiale similare all'interno e all'esterno.
Patii, terrazze, balconi, tetti verdi e altri spazi arricchiti con vegetazione possono essere resi facilmente accessibili dal soggiorno o altre zone living interne di un’abitazione, oppure anche da ambienti ufficio.
Una tendenza che è molto cresciuta negli ultimi anni riguarda l’offerta da parte di molte aziende del mobile di integrare, nella loro offerta, arredi versatili. Si tratta di soluzioni che possono essere utilizzate sia negli spazi interni che in quelli esterni. Un’ulteriore sofisticazione riguarda il trend di rendere gli arredamenti e accessori per esterno sempre più simili a quelli da interni, grazie a nuovi materiali e lavorazioni.
Un altro aspetto di fondamentale importanza per fare entrare la Natura negli spazi del vivere quotidiano riguarda l’illuminazione naturale. Sfruttare al massimo la luce naturale attraverso finestre, lucernari o altre aperture, permette così una migliore connessione visiva con l'esterno, le stagioni, il passare delle ore e il cambiamento continuo delle condizioni meteorologiche.
Giardini interni e raggruppamenti di piante sono un ottimo mezzo per portare la Natura all'interno degli spazi abitativi, come anche in altre tipologie di edifici.
La scelta di colori e decorazioni che riflettano la palette naturale circostante, contribuisce a unire gli spazi, come anche l’introduzione di fontane, piscine o altri elementi d'acqua che possano essere visti o uditi da entrambi gli ambienti.
Pertanto, l'obiettivo della progettazione dovrebbe essere quello di creare una transizione fluida tra gli spazi interni ed esterni, in modo da permettere agli utenti di godere appieno delle BELLEZZE DELLA NATURA, come facciamo noi di Verde Profilo ogni giorno.