Verde e Architettura: Progettare con Natura e Ascolto

Intervista a Roberto Bongiovanni di GOODFOR

Nell'ambito dell'architettura contemporanea, il connubio tra verde e architettura si rivela sempre più centrale, dando vita a progetti che integrano armoniosamente la natura con gli elementi strutturali dell'edificio. In questa intervista, esploreremo questa affascinante connessione con Roberto Bongiovanni di GOODFOR, uno studio di architettura con una forte passione per il verde e la natura, che li integra abilmente nei loro progetti residenziali.

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Roberto, parliamo di GOODFOR. Di cosa vi occupate?

Siamo architetti e ci occupiamo principalmente di progettazione edilizia residenziale. Abbiamo una forte passione per il verde, specialmente per i giardini, che integriamo spesso nei nostri progetti.

Qual è un progetto di cui vorresti parlare?

Vorrei raccontare di un progetto che ho trovato molto coinvolgente: un piastrone di giardino pensile in San Salvario, sopra cui abbiamo costruito una villetta bifamiliare. Il giardino era composto principalmente di graminacee, che ho scelto per il loro aspetto spartano ma ordinato, che si adatta bene al contesto urbano.

Come usi il verde nei tuoi progetti?

Uso il verde in modo molto architettonico, non bucolico. Preferisco utilizzare piante come elementi strutturali piuttosto che decorativi, per creare spazi verdi che funzionino come divisori o setti. In un altro progetto, ho utilizzato fioriere in corten e Carpini per creare una sorta di labirinto architettonico che cambia aspetto con le stagioni.

Parliamo anche di interni. Cosa puoi dirci a riguardo?

Mi occupo anche di ristrutturazione di appartamenti e case. Per me, il progetto non è tanto una celebrazione di sé quanto un modo per soddisfare il cliente, creando qualcosa di personalizzato che lo renda felice. Questo aspetto mi ha sempre emozionato, soprattutto quando vedo la felicità nei loro occhi.

Hai una passione particolare per i bonsai. Come si collega questo con il tuo lavoro?

Sì, i bonsai rappresentano per me la cura estrema per le piante. È un errore pensare che le piante nei bonsai siano torturate; in realtà, sono tenute in salute e la loro dimensione è gestita tramite la quantità di terra che hanno a disposizione. Questo approccio si riflette nel modo in cui gestisco le piante nei progetti paesaggistici.

Qual è la parola chiave che descrive il tuo approccio al design?

Direi "ascolto". Mi piace ascoltare attentamente i clienti, li interrogo se necessario, perché è fondamentale che il progetto rispecchi chi sono. Inoltre, "cura" è un'altra parola chiave importante per me, poiché dedico molto tempo a consigliare e assistere i clienti anche dopo la realizzazione dei progetti, soprattutto per quanto riguarda la gestione delle piante.

Intervista condotta da Giorgio Tartaro

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