Abbiamo avuto il privilegio di incontrare Daniele Lauria, mente visionaria dietro al rinomato Studio Lauria Network, per una conversazione rilassata ma profondamente stimolante. Daniele ci ha offerto uno sguardo privilegiato sulle filosofie di design e sui progetti innovativi che stanno plasmando il futuro dell'architettura e dell'urbanistica, con un occhio sempre attento alla sostenibilità.
Grazie, Giorgio, è un piacere. Studio Lauria Network si muove su diversi fronti: dal restauro di edifici storici alla progettazione di nuove costruzioni e alla pianificazione urbana. Firenze, la nostra base, è una fonte inesauribile di ispirazione. Ma il nostro interesse si estende ben oltre, come dimostra il nostro impegno in un progetto urbanistico per Scutari. La diversità è la nostra forza.
Oggi vorrei focalizzarmi sul restyling del centro tecnico federale di Coverciano. È un progetto entusiasmante che incorpora il verde non solo negli spazi esterni ma anche sulle coperture degli edifici, fondendoli armoniosamente con l'ambiente circostante.
Assolutamente. E non solo all'esterno. In Brasile, ad esempio, stiamo sviluppando una casa sostenibile dove il verde permea ogni spazio, interno ed esterno. È una sfida complessa, ma crediamo fermamente nel valore aggiunto del verde, non solo per l'estetica ma come elemento vitale degli spazi abitativi.
Sì, ultimamente la parola "elastico" descrive perfettamente il nostro approccio. L'architettura e l'urbanistica che proponiamo mirano a essere flessibili, capaci di adattarsi ai cambiamenti rapidi nelle esigenze e negli usi degli spazi, come evidenziato dall'esperienza recente della pandemia.
Il piacere è stato tutto mio, Giorgio. A presto. Con questa visione di futuro, sostenibilità e adattabilità, Daniele Lauria e lo Studio Lauria Network continuano a definire nuovi standard nel mondo dell'architettura e dell'urbanistica, promettendo di lasciare un segno indelebile sul paesaggio delle nostre città e sul modo in cui viviamo e interagiamo con gli spazi attorno a noi.
Intervista condotta da Giorgio Tartaro